Per la delicatezza dell’argomento e il rispetto profondo nei riguardi della meditazione vipassana non scriverò niente di mio, mi limiterò a citare fonti autorevoli a riguardo.
La meditazione di consapevolezza è un percorso contemplativo che il Buddha ha tramandato per purificare la mente dall’attaccamento, dall’avversione e dall’ignoranza.
Perchè praticare la meditazione vipassana
Fine ultimo della meditazione Vipassana è quello di giungere ad una condizione più saggia, equanime e compassionevole.
La meditazione vipassana ci aiuta ad essere presenti e ci esorta ad aderire alle condizioni in cui ci troviamo adesso, qui, e di lasciar andare i vari pensieri circa le condizioni nelle quali ci piacerebbe essere o nelle quali crediamo di essere.
Guardare consapevolmente le condizioni presenti significa essere unificati e vivi.
Mettere l’attenzione al respiro è una ‘attività’ che sorregge questa presenza nel presente, ci aiuta ad essere con quello che è, così com’è e a risvegliarci al qui e ora.
Il passato è una cosa accaduta e vera. Ma identificarsi nel ricordo di questa cosa significa separarci dalla vita che viviamo in questo momento. Se, invece, non diamo al ricordo uno spessore, una realtà che non ha e riusciamo invece a stare davanti ad esso in semplicità attenta, allora non ci divideremo dalla vita presente.
A volte, un ricordo può essere molto più di un ricordo, assumendo un aspetto più reale della persona con cui ci stiamo relazionando.
Come si pratica
La meditazione di consapevolezza si propone di farci superare questa distorsione e di radicarci in ciò che è, qui ed ora, così com’è.
Le istruzioni sulla meditazione Vipassana insistono sulla necessità di ‘stare col respiro com’è’.
Si potrebbe pensare ad un aspetto puramente tecnico ma è molto di più.
Se riusciamo a prestare un’attenzione accettante al respiro così com’è noi costruiamo una base per poter ‘stare con le cose così come sono’.
Dalla piccola accettazione ci dirigiamo verso un atteggiamento più spazioso: accettare il respiro così com’è, noi stessi così come siamo, gli altri così come sono, le situazioni e gli eventi così come sono….
Dunque semplicemente ci “sistemiamo” e accomodiamo con l’energia e lo sforzo disponibile al momento.
Tale moto saggio e discreto aumenta, senza giudizio, l’energia e ci dispone in un rapporto di familiarità con la pratica, rendendo progressivamente più spontanea la consapevolezza.
Con umiltà ci prepariamo ad imparare un cammino che porta da un modo rigido e nervoso di praticare ad un modo disteso e flessibile. Come avviene nella danza.
Trattandosi, la meditazione vipassana, di una pratica che riguarda la mente e non il corpo, essa è sottile e complessa.
Il nervosismo e la rigidezza si manifestano soprattutto in due modalità: nel correre dietro all’oggetto di meditazione e nel contrarsi nel giudizio e nel confronto.
La disposizione meditativa flessibile ed accettante si manifesta come immobilità ricettiva e trasparente: non inseguiamo l’oggetto della consapevolezza, bensì lo riceviamo a piè fermo, ne siamo lo specchio, lo lasciamo accadere osservandolo.
I risultati di questo apprendistato vanno oltre l’ambito meditativo in senso stretto.
Se l’approccio al respiro è nervoso e giudicante non faremo che rafforzare questo atteggiamento nella vita. Se invece facciamo in modo di coltivare la nostra meditazione secondo una modalità distesa, ferma e ricettiva, allora col tempo ci ritroveremo a desiderare che tutta la nostra vita sia così….
…….Allora si cerca di inspirare sapendo di inspirare ed espirare sapendo di espirare. Nulla di più, nulla di meno.
Se questo ritmo corpo-mente è semplice e innocente, aiutiamo la consapevolezza ad emergere. Se invece ci agitiamo, allora ci allontaneremo dalla consapevolezza.
Tuttavia ogni momento è buono per ritornare alla consapevolezza, lasciando andare l’agitazione e l’affanno giudicante.
O meglio: mettendo con serenità anche l’affanno giudicante nel raggio della consapevolezza, secondo lo spirito della ‘mente del principiante’.
Ricominciare sempre, tornare all’attenzione e al respiro come se fosse la prima volta: questa è l’alba della mente di principiante.
Per concludere vorrei proporre un discorso del Buddha dove “il monaco senza istruzione” incarna il principio generale di “ignoranza” secondo la tradizione buddhista.
SN 36.6: Sallatha Sutta – La freccia
“Monaci, una persona ordinaria senza istruzione prova delle sensazioni piacevoli, dolorose e neutre. Un discepolo istruito dalle nobili persone prova anche lui delle sensazioni piacevoli, dolorose e neutre. Allora, quale differenza c’è tra i discepoli istruiti dalle nobili persone e la persona ordinaria senza istruzione?”
“Per noi, signore, gli insegnamenti hanno il Beato come radice, come guida e come giudice. Sarebbe bene che il Beato ci spiegasse il senso di questa frase. Avendolo sentito dalla bocca del Beato, i monaci se ne ricorderanno.”
“In questo caso, monaci, ascoltate e state attenti. Vado a parlare.”
“Come volete, signore.”, risposero i monaci.
“Quando una persona ordinaria senza istruzione prova una sensazione dolorosa, si lamenta, è triste, si percuote il petto e si angoscia. Perchè prova due dolori, quello fisico e mentale. E’ come se si tirasse una freccia ad un uomo, e dopo, ancora un’altra, così proverebbe il dolore di due frecce. Allo stesso modo, quando si prova una sensazione dolorosa, la persona ordinaria senza istruzione si lamenta, è triste, si percuote il petto e si angoscia. Prova due dolori, quello fisico e quello mentale.
“Quando prova questa sensazione di dolore, si oppone. Per contrastarla si culla nel piacere sensuale. Perché? Perché la persona ordinaria senza istruzione vede un unico rimedio alle sue sensazioni di dolore: il piacere sensuale. Quando si culla nel piacere sensuale è assalita dal desiderio di piacere. Non discerne tale sensazione, come è in realtà, la sua origine, la sua cessazione, la sua crescita, i suoi ostacoli, o altro rimedio ad essa. Quando non discerne né la sua origine, né la sua cessazione, né la sua crescita, né i suoi ostacoli, né una via di salvezza da tale sensazione, allora è guidata dall’ignoranza riguardo ad ogni tipo di sensazione.
Provando del piacere, lo prova guidato dall’ignoranza. Provando del dolore, lo prova guidato dall’ignoranza. Provando una sensazione neutra, la prova guidato dall’ignoranza. Questa si chiama una persona ordinaria senza istruzione, legata alla nascita, alla vecchiaia ed alla morte; alla pena, ai lamenti, allo sconforto ed alla disperazione. Legata alla sofferenza ed al dolore.
“Invece, il discepolo istruito dalle nobili persone, quando prova una sensazione di dolore, non si lamenta e non si percuote il petto, né si spaventa. Prova un dolore fisico, non mentale. Come se si tirasse una sola freccia ad un uomo, e non due. Allo stesso modo, quando prova delle sensazioni dolorose, il discepolo istruito dalle nobili persone non si lamenta e non si percuote il petto, né si spaventa. Prova un dolore fisico, non mentale.
“Toccato da questa sensazione di dolore, non si oppone. Toccato da questa sensazione di dolore, non si culla nel piacere sensuale. Perché? Perché il discepolo istruito dalle nobili persone conosce la via di salvezza da tale sensazione di dolore. Non si culla nel piacere dei sensi, perchè non è guidato dall’ignoranza. Discerne tale sensazione, come è realmente, l’origine, la cessazione, la crescita, la via di salvezza.
“Provando del piacere, ne è distaccato. Provando del dolore, ne è distaccato. Provando una sensazione neutra, ne è distaccato. Questo si chiama un discepolo istruito dalle nobili persone libero dalla nascita, dalla vecchiaia e dalla morte, dai dispiaceri, dai lamenti, dai dolori, dagli sconforti e dalle disperazioni. Libero dalla sofferenza e dall’angoscia.
Ecco la differenza tra i discepoli istruiti dalle nobili persone e le persone ordinarie senza istruzione.”
Letture consigliate
Istruzioni per disporsi alla consapevolezza
CORRADO PENSA
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/meditazione/istruzionipensa.htm
Introduzione alla meditazione
di visione profonda
http://santacittarama.altervista.org/meditazione.htm
Per ulteriori info sulla meditazione leggi anche qui