Intervista con Luca Tosches
Cosa sono le costellazioni familiari?
Attraverso il metodo della messa in scena, nelle costellazioni familiari, si mette in luce cosa nella famiglia e nella stirpe ci irretisca nei destini di altri membri e quali siano gli effetti di questo irretimento.
Diventa quindi evidente che nelle famiglie l’esigenza del legame e della compensazione non tollera l’esclusione di nessuno dei suoi membri. Se questo accade, il loro destino viene ripreso e rivissuto inconsciamente dai loro discendenti. Questo è ciò che qui s’intende per irretimento.
Se però gli esclusi vengono onorati come appartenenti al sistema da quelli che vi sono rimasti, allora l’amore e il rispetto compensano il torto che essi hanno subito, e i loro destini non devono più ripetersi. Questo è ciò che s’intende per soluzione.
L’irretimento obbedisce a un ordine, secondo il quale la tragedia deve essere espiata da un’altra tragedia e dei “piccoli” innocenti devono fare da mallevadori e pagare per dei “grandi” colpevoli. La soluzione segue invece un’ordine che soddisfa l’esigenza di legame e di compensazione in modo salutare e armonico.
Tutti possono fare le costellazioni familiari?
Partendo dal presupposto per cui non tutto è per tutti, io direi che tutti profondamente abbiamo la possibilità di partecipare ad un incontro di costellazioni e vivere un’esperienza profonda. Di solito alle costellazioni arrivano persone che sono già in un cammino di ricerca, rivolto verso un benessere più ampio e profondo.
Quello delle Costellazioni è davvero uno spazio aperto e disponibile a chi desidera profondamente incontrarsi e sentirsi visto, soprattutto da se stesso.
Quali benefici può portare un percorso con le costellazioni familiari?
Si possono aprire due sfere di benefici dove una contiene l’altra. Quella dei benefici personali e quella del valore nel movimento dell’inconscio collettivo, con il quale, istante dopo istante, risuoniamo.
Quando trovo il posto vero, prendo e offro dal mio posto in un flusso costante di sano scambio, l’amore scorre fluido ed io sto più in pace dentro e fuori. Quando sto in pace, non abito più le mie difensive periferie del corpo ma sono più vicino al mio centro, dove possono vedermi ed io posso vedere.
Lasciare andare pesi o anni di pressione sulla schiena, così come lasciare andare sintomi di natura psicosomatica, sono altri benefici che può offrirti il lavoro delle Costellazioni.
Infine, come effetto profondo, aprire il proprio cuore alla gratitudine verso l’altro , grazie alla scelta dei propri rappresentanti e cogliere la sana interdipendenza verso quel prezioso Campo Energetico che si origina in unione, e che è così saggio e capace da muovere con noi il dentro e il fuori.
Le costellazioni familiari sono un fine o uno strumento per aiutarci ad autoosservarci?
Diciamo così. Chi ha paura dell’aereo prende il treno magari. Ecco, il discorso è proprio con quale mezzo decidi di muoverti nella Vita, per il tempo che ritieni tu opportuno. Ognuno è libero di cambiare mezzo e magari superare anche la paura dell’aereo.
Molti non vengono alle Costellazioni poiché le percepiscono “troppo forti“, in effetti se non ho ancora attivato un lavoro sulla gestione emotiva possono risultarlo. Motivo in più per non identificarle come “fine”, ma come uno dei tanti veicoli che la Vita ci offre per cercare di stare bene.
Parlami un po’ di te e e delle esperienze che ti hanno portato alle costellazioni familiari…
Scoprire le Costellazioni Familiari ha avuto un grande significato nella mia vita, sia personale che professionale. Dal punto di vista personale mi ha fornito quegli strumenti che mi mancavano e che mi hanno dato la possibilità di accedere a ciò che andava man mano integrato, a guardare i muri che avevo alzato nel mio cuore e nel mio ambiente, e come grande beneficio, la trasformazione profonda delle relazioni all’interno del mio sistema familiare, sia quello che di origine che l’attuale.
Ho potuto rimettere ordine, soprattutto al mio ruolo di figlio minore e di ritrovare il mio posto, dato che, quando si occupa il posto di qualcun altro, l’amore non riesce a fluire con forza, al contrario toglie energia nel suo disordine.
Dal punto di vista professionale, come operatore shiatsu, mi rendo conto che ora io non offro più trattamento solo alla persona che ho davanti ma a tutto il suo sistema, e questo avviene perché lui non è solo lui, ma è anche i suoi genitori ad esempio, e in senso ancora più ampio: ogni corpo è la storia del suo sistema, è la storie dei legami e delle promesse di chi è venuto prima, la memoria degli irrisolti del clan.
Sapevo che il corpo avesse una sua memoria, percepivo durante il trattamento shiatsu l’avvicendarsi di storie e diversi personaggi, ma mi mancava esattamente una pratica efficace, come quella delle Costellazioni di fatti, capace di far manifestare chiaramente questa conoscenza relativa ad una coscienza più profonda, potendoci così lavorare da diversi livelli, punti di vista e dimensioni.
Ora, quando incontro una vita incontro anche la vita dei suoi antenati, la sua eredità karmica. E a pensarci bene nello shiatsu è proprio così! Lo sapete quale energia scorre tra le scapole? La zong qi, detta anche energia ancestrale o energia degli avi. Scorre proprio lì, tra le nostre antiche ali, le scapole!
Che emozione profonda ogni qual volta poggio le mani là sopra e quanto rispetto e gratitudine mi sgorgano dal cuore. Mi accorgo di tutti quei legacci e programmi mentali di origine sistemica che ci fanno vivere con le ali tarpate. Quante volte sarà capitato anche a voi! Ancora più interessante è poi scoprire che la scapola destra è connessa con il padre e la sua linea famigliare, mentre la scapola sinistra è connessa con il materno. Nella pelle risiedono le memorie delle nostre reazioni e nella pancia abita quel meraviglioso e speciale maestro quale è il nostro bambino interiore.
Fondamentale è stato attivare il grosso lavoro sull’assenza di giudizio, lavoro lungo, duro e intenso che non ha ancora trovato fine, ma che nella profondità del mio essere agisce e trasforma portando in superficie.
Quali sono le caratteristiche delle costellazioni archetipiche e come sei arrivato a questo metodo?
Le Costellazioni Archetipe hanno le loro radici in quello che è stato il grande lavoro di Bert Hellinger e anche nella visione olistico-alchemica che ci ha offerto tutto lo straordinario lavoro di Jodorowsky.
Con la “messa in scena” di aspetti importanti della propria vita, attraverso l’ausilio di rappresentati scelti tra gli ospiti del Campo Morfogenetico che si è attivato, è possibile: sciogliere antichi nodi che impedivano alla Vita il suo sano flusso,.s’impara a riceve dall’amore un flusso più armonico con i principi della Legge di Natura, è possibile trovare il proprio posto, sentirsi più in pace e guardarsi nell’altro. Si possono osservare, su un piano profondamente fisico, i principi di interconnessione e interdipendenza con il proprio ambiente
Quello che ad un certo punto mi ha messo in crisi è stato il desiderio di superare il blocco del trauma. Il mio intuito mi diceva che non era necessario attraversare il trauma in quella forma e sempre. Un giorno, in meditazione avevo sentito che i modelli archetipi potevano essere una luce e che forse avrei dovuto mettere mano, in modo sano, nel passato. Per circa 15 anni avevo studiato e lavorato con gli Arcani Maggiori, poi per 10 anni erano rimasti chiusi in un cassetto, senza un posto nel mio presente. Era arrivato il momento di integrare.
Attraverso le figure archetipiche, appartenenti al sistema dell’inconscio collettivo, si possono mettere in scena aspetti essenziali del nostro percorso di vita senza necessariamente dover passare per il trauma. Nelle costellazioni, lavorare con gli archetipi diventa molto risolutivo in quanto ci dà la possibilità di agire a quel livello profondo che si trova alla base delle radici, osservando quei nodi talmente profondi e radicati nel terreno della propria storia che su un piano mentale e cognitivo è impossibile cogliere.
Sarà proprio quest’azione al livello delle radici che permetterà all’albero, simbolo del nostro esistere, di nutrirsi di nuova linfa vitale. Il trauma si manifesta dalle radici ma al di sopra del livello archetipico
Anche gli Arcani Maggiori appartengono al sistema degli archetipi, comprese le forme archetipiche più antiche. Gli Arcani Maggiori possiedono tutta quella simbologia che consente la rappresentazione del simbolo dell’evento piuttosto che rinforzare l’energia del trauma, scegliendo i rappresentanti diretti del clan.
Negli arcani maggiori troviamo tutte quelle relazioni archetipiche del sistema familiare ma anche tutti quei simboli connessi con i principi di natura e con la teoria dei cinque elementi, dello yin e dello yang..
Gli Arcani Maggiori sono composti da ventidue carte e si possono considerare ventidue tappe lungo il cammino della vita e della conoscenza di se stessi. Gli Arcani Maggiori possono essere considerati archetipi universali; gli archetipi sono idee primordiali e inconsce, comuni a tutta l’umanità, che si possono manifestare alla coscienza solo tramite immagini.
Gli Arcani Maggiori sono strettamente connessi con la ricerca profonda del Sé. Il Processo di Individuazione porta a far sì che una persona diventi se stessa integrando le molti parti della psiche per realizzare il proprio Sé; tale processo, che porta alla presa di coscienza individuale, prevede l’integrazione degli archetipi alla coscienza.
Attraverso il lavoro delle Costellazioni Archetipe questa integrazione è possibile. Mettere insieme ciò che è nostro e sopratutto restituire agli altri ciò che non è più nostro o non lo è mai stato. Si perché l’amore disarmonico, quello sbilanciato, ci porta ad assumere comportamenti dove l’amore agisce in modo disordinato, così per sentirci abbiamo bisogno di farci carico di ciò che non è nostro. A primo acchito potrebbe sembrare un grande atto d’amore, ma con uno studio approfondito si scopre che per natura ogni essere umano è in grado di portare il proprio peso. La visione armonica di questa manifestazione accade quando ognuno di noi porterà bene il proprio peso. Solo a quel punto un profondo e mistico respiro avviene e accade che il termine “peso” viene sostituito con “perché”. Cogliendo così che “ ognuno è un portatore sano del proprio perché ”
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